Uso del cappotto termico in territori con elevato rischio sismico: a cosa prestare attenzione

Introduzione

L’Italia, con il suo patrimonio edilizio caratterizzato da una notevole varietà storica e architettonica, si trova a dover fronteggiare una duplice sfida:

  • migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni, riducendone l’impronta carbonica con opportuni interventi di isolamento termico;
  • garantire la massima sicurezza e stabilità strutturale, tenendo presente che molti edifici risultano essere datati e scarsamente revisionati.

Questi due punti, apparentemente differenti tra loro, risultano porsi in stretta connessione soprattutto in quei territori caratterizzati da un elevato rischio sismico.

L’Italia è, difatti, uno dei paesi europei con il più alto rischio sismico, a causa della sua posizione geografica all’intersezione tra la placca euroasiatica e la placca africana.

Considerando le zone sismiche, definite dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), il territorio italiano è diviso in 4 zone sismiche, dalla 1 (rischio più alto) alla 4 (rischio più basso). Gran parte dell’Italia centrale e meridionale, inclusi l’Appennino, la Sicilia e la Calabria, rientra nelle zone 1 e 2.

sisma bonus grafico

Ma questa elevata sismicità come va a relazionarsi con la necessità di intervenire su edifici energivori, con l’adozione di interventi di isolamento termico ad hoc?

Come vedremo all’interno di questo approfondimento, è estremamente importante saper scegliere soluzioni di isolamento termico che, non solo migliorino l’efficienza energetica degli edifici, ma consentano anche una rapida e sicura ispezione degli elementi strutturali, nel caso in cui si vadano a verificare eventi sismici di portata più o meno importante.

Vedremo anche come soluzioni largamente adottate, come i cappotti termici, possano rappresentare una potenziale problematica, nel caso in cui si renda necessario ispezionare gli edifici colpiti da un evento sismico, compromettendo la rapidità degli interventi di verifica e riparazione.

Questo, ovviamente, non è una mistificazione del ruolo dei cappotti termici, ma un avvertimento a considerare una problematica di cui pochi parlano, e probabilmente immaginano.

Vulnerabilità delle costruzioni tradizionali e problematiche relative al cappotto termico

L’edilizia italiana, caratterizzata da un vasto patrimonio di costruzioni storiche e da edifici eretti prima dell’adozione delle moderne normative antisismiche, si confronta quotidianamente con la sfida della vulnerabilità sismica.

Le tecniche costruttive tradizionali, seppur ricche di valore architettonico e culturale, spesso non soddisfano gli standard attuali di sicurezza, rendendo gli edifici particolarmente esposti ai danni causati dagli eventi sismici.

In caso di terremoto, la rapidità nell’identificazione dei danni strutturali è estremamente importante, per garantire la sicurezza degli occupanti e pianificare tempestivamente eventuali interventi di riparazione o consolidamento.

Quello che non tutti sanno, è che l’adozione di interventi di isolamento come i cappotti termici, può rappresentare un ostacolo imprevisto a questo obiettivo: vediamo brevemente il perché.

Ostacolo all’ispezione visiva delle strutture colpite

Dopo un terremoto, è importantissimo effettuare un’accurata valutazione visiva delle strutture portanti dell’edificio per identificare eventuali danni, come crepe, fessurazioni o distacchi.

L’uso di un cappotto termico, che va a ricoprire interamente le pareti esterne, impedisce l’ispezione diretta delle murature, rendendo più difficile e meno immediata l’individuazione di eventuali danneggiamenti.

Valutazione dei danni più complicata e meno veritiera

La presenza del cappotto termico può mascherare o minimizzare l’apparente gravità dei danni subiti dalle strutture murarie, portando a una sottostima dei problemi

Questo può risultare in una mancata o insufficiente messa in sicurezza dell’edificio, con potenziali rischi per la sicurezza degli occupanti.

Interventi di riparazione più complessi e costosi

La riparazione o il rinforzo delle strutture danneggiate da un terremoto può richiedere l’accesso diretto alle murature.

Con un cappotto termico, questo implica la necessità di optare per una sua rimozione (almeno parziale), effettuare le riparazioni necessarie e poi reinstallarlo, aumentando significativamente i costi e i tempi degli interventi di ripristino.

Rischio di danni occulti

Anche se il cappotto termico può sembrare integro esteriormente, il terremoto potrebbe aver causato danni non visibili che compromettono l’efficacia isolante del sistema o, peggio, che hanno indebolito la struttura su cui il cappotto è applicato.

Questi danni occulti possono rimanere non identificati fino a quando non causano problemi più gravi.

Impatto sulla valutazione del rischio sismico dell’edificio

Per gli edifici che si trovano in zone ad alto rischio sismico, le modifiche che alterano significativamente la massa e la rigidezza della struttura, come l’aggiunta di un cappotto termico, possono influire sulla risposta sismica dell’edificio.

Questo aspetto richiede un’attenta valutazione da parte di ingegneri strutturisti, per assicurare che il cappotto non aumenti il rischio in caso di terremoti futuri.

Insufflaggio termico: un’alternativa da considerare in contesti ad elevato rischio sismico

insufflaggio termico eseguito dalla ditta CoibentareCasa.it

L’attenzione verso la sicurezza sismica e l’efficienza energetica richiede un’evoluzione nell’approccio alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente.

È indispensabile adottare materiali e metodologie che, oltre a rispondere all’esigenza di riduzione dei consumi energetici, consentano un facile accesso e una chiara visibilità delle strutture murarie, per una rapida diagnosi delle condizioni di sicurezza post-evento sismico.

Ecco perché, in un panorama edilizio sempre più orientato verso la ricerca di soluzioni che coniughino l’efficienza energetica con la necessità di garantire la massima sicurezza strutturale, l’insufflaggio si propone come metodologia all’avanguardia, capace di rispondere efficacemente a entrambe queste esigenze, specie in contesti ad alto rischio sismico.

Vediamo insieme i punti di forza derivanti dall’adozione di questa metodologia di coibentazione termica.

Integrità strutturale degli edifici sempre preservata

Uno degli aspetti più rilevanti dell’insufflaggio termico è la sua capacità di non interferire con l’integrità strutturale dell’edificio.

A differenza di altri metodi di isolamento, come il cappotto termico esterno, l’insufflaggio si attua senza la necessità di operazioni invasive che potrebbero compromettere la stabilità delle strutture esistenti.

Questo approccio consente di mantenere inalterate le caratteristiche sismiche dell’edificio, assicurando nel contempo un significativo miglioramento delle performance energetiche.

Valutazione post evento sismico facilitata

La facilità di ispezione delle strutture post-sisma rappresenta un fattore essenziale nella gestione dell’emergenza e nella pianificazione degli interventi di ripristino.

L’insufflaggio, permettendo una visuale chiara e non ostruita delle murature e degli elementi portanti, facilita le operazioni di verifica dello stato dell’edificio dopo un evento sismico, accelerando i tempi di intervento e riducendo i rischi per gli occupanti.

Flessibilità e adattabilità

Grazie alla sua versatilità, l’insufflaggio si adatta perfettamente a differenti tipologie costruttive e a edifici di varie epoche, inclusi quelli di valore storico o artistico, dove altre soluzioni di isolamento potrebbero non essere applicabili o desiderabili.

Questa flessibilità rende l’insufflaggio particolarmente indicato per la riqualificazione energetica del vasto patrimonio edilizio italiano, spesso soggetto a vincoli di conservazione.

Risparmio energetico e comfort abitativo garantito

pagamento bonifico risparmio energetico

L’implementazione dell’insufflaggio in intercapedini vuote, in edifici situati in zone sismiche, non solo risponde alle esigenze di sicurezza ma contribuisce anche a un significativo risparmio energetico, con una riduzione dei costi di riscaldamento e raffreddamento e un miglioramento del comfort interno.

Questi benefici, derivanti dall’ottimizzazione dell’involucro edilizio, si traducono in un aumento della qualità della vita per gli occupanti e in un valore aggiunto per l’immobile.

Insufflaggio termico in zone ad elevato rischio sismico? Affidati a CoibentareCasa.it!

Come abbiamo visto in questo approfondimento, per affrontare la sfida di migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni, specialmente quelle situate in zone ad alto rischio sismico, anche la scelta del metodo di isolamento termico assume una rilevanza critica.

L’insufflaggio termico emerge come una soluzione ottimale, in quanto riesce a coniugare prestazioni isolanti superiori con il massimo rispetto delle necessità strutturali e di sicurezza.

CoibentareCasa.it si distingue per essere il partner ideale, per chi necessita di eseguire un intervento di isolamento termico ad hoc su intercapedini non opportunamente isolate (con un vuoto interno dal diametro  superiore ai 3cm, causa di moti convettivi d’aria che portano alla formazione di fenomeni di dispersione termica).

Grazie alla nostra profonda esperienza in materia di insufflaggio termico, siamo in grado di fornire un servizio su misura che garantisce miglioramenti tangibili in termini di comfort abitativo, efficienza energetica e, non meno importante, sicurezza in caso di eventi sismici.

La nostra ditta, inoltre, collabora con un ingegnere abilitato alla redazione delle pratiche di detrazione 50%, in grado di gestire tutta la pratica per conto del cliente (registrazione ed asseverazione ENEA)!

Per scoprire come possiamo trasformare la tua casa in un ambiente più caldo, efficiente e sicuro, ti invitiamo a richiederci un preventivo senza impegno.

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Federico Calvanelli
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