Quando si decide di migliorare l'efficienza energetica della propria abitazione, il panorama degli incentivi fiscali…
Isolanti traspiranti o barriera alla condensa? La verità sull’insufflaggio in intercapedine (ISOFOR vs. cellulosa e lana di vetro)

Quando si pensa a migliorare l’isolamento di una casa esistente, specialmente se dotata di muri con intercapedine, una delle tecniche più efficaci è l’insufflaggio.
Ma quale materiale scegliere? Spesso sentiamo parlare di “traspirabilità”, con l’idea che materiali come la fibra di cellulosa o la lana di vetro, lasciando passare il vapore, prevengano automaticamente condensa e muffa.
Ma è davvero così semplice? Come abbiamo già discusso, l’esperienza pratica e le analisi suggeriscono che la sola traspirabilità non è una garanzia.
Anzi, focalizzarsi solo su questo aspetto può essere fuorviante.
In questo articolo, non solo esploreremo i fattori realmente essenziali per evitare l’umidità nascosta, ma presenteremo anche i risultati di una verifica igrometrica specifica (secondo UNI EN ISO 13788) che abbiamo condotto, confrontando ISOFOR, fibra di cellulosa e lana di vetro insufflati in una tipica intercapedine.
I risultati potrebbero sorprendervi.
Cos’è davvero la traspirabilità e perché non basta?
Indice dei contenuti
Come abbiamo visto, la traspirabilità (basso valore μ) descrive solo la capacità di un materiale di far passare il vapore per diffusione.
Un valore troppo basso di traspirabilità μ (pari a 1-2) può essere eccessivo e comportarsi negativamente.
La condensa interstiziale
La condensa interstiziale è quella che si genera sulla superficie dell’isolante durante la stagione fredda in determinati casi, riducendo il potere isolante del prodotto stesso.
La vera domanda è: quale materiale, inserito nel sistema parete tramite insufflaggio, gestisce meglio l’equilibrio termoigrometrico reale?
Confronto diretto: ISOFOR vs. cellulosa vs. lana di vetro nell’insufflaggio

Basta la teoria? Per capire davvero come si comportano i diversi materiali isolanti una volta inseriti in una parete reale tramite insufflaggio, abbiamo voluto andare oltre i semplici valori di targa come il μ.
Abbiamo commissionato una verifica igrometrica specifica, seguendo rigorosamente la norma UNI EN ISO 13788, che simula il comportamento termo-igrometrico di una struttura nel corso dell’anno.
Lo scenario analizzato è molto comune in Italia: un edificio situato a Milano (Zona Climatica E), con una tipica parete a cassa vuota (doppio strato di laterizio con intonaci esterni e interni) presentante un’intercapedine di 10 cm da isolare tramite insufflaggio.
In questa intercapedine abbiamo simulato l’inserimento di tre diversi materiali isolanti, tra i più utilizzati per questa tecnica:
- ISOFOR (Resina Ureica Espansa)
- Fibra di cellulosa
- Lana di vetro in fiocchi
I risultati ottenuti dalla simulazione, eseguita con software certificato (PAN 8.0.10) da ANIT, hanno mostrato differenze significative sia in termini di prestazioni termiche che, soprattutto, di sicurezza rispetto al rischio di condensa interstiziale.
1. Prestazioni termiche (più alto è, meglio isola):
La capacità di un materiale di opporsi al passaggio del calore è misurata dalla Resistenza Termica (R). Nella nostra simulazione:
- ISOFOR: Ha raggiunto una Resistenza Termica (R) di 96 m²K/W.
- Lana di vetro: Si è fermata a R = 3.67 m²K/W.
- Fibra di cellulosa: Ha mostrato il valore più basso, R = 3.29 m²K/W.
Questo indica che, a parità di spessore (10 cm), ISOFOR offre il maggior potere isolante tra i tre materiali considerati nello scenario analizzato.
2. Rischio di condensa interstiziale (L’assenza è la vera sicurezza):
Qui i risultati sono stati ancora più netti e, per certi versi, controintuitivi rispetto alla sola “traspirabilità”:
- ISOFOR: La verifica ha mostrato 0 g/m² di accumulo di condensa durante tutti i mesi dell’anno. Questo significa assenza totale del fenomeno secondo lo standard UNI EN ISO 13788.
- Lana di vetro: La simulazione ha calcolato un accumulo massimo di 97 g/m² di condensa nel mese più critico (gennaio).
- Fibra di cellulosa: Anche qui, è stato rilevato un accumulo massimo di 78 g/m² di condensa nel mese di gennaio.
È importante notare che, sebbene gli accumuli calcolati per cellulosa e lana di vetro siano inferiori al limite massimo consentito dalla norma (500 g/m²), la loro presenza indica comunque che il fenomeno della condensa si innesca all’interno della parete durante i mesi invernali.
Questo rappresenta un potenziale punto debole, poiché la presenza costante o ripetuta di umidità, anche se non in quantità enormi, può nel tempo favorire la crescita di muffe o il degrado dei materiali circostanti.
Cosa ci dice davvero questa analisi? Il paradosso della traspirabilità.
Qui emerge chiaramente perché non bisogna fermarsi al solo valore μ. Cellulosa e lana di vetro, con un μ molto basso (μ=1), sono considerate altamente “traspiranti”, in realtà lo sono troppo!
Eppure, nella simulazione di un sistema-parete reale, sono proprio loro a mostrare formazione di condensa.
Al contrario, ISOFOR (con un μ=9, quindi meno permeabile al vapore sulla carta) ha garantito un comportamento completamente sicuro, senza alcun accumulo di umidità.
Questo risultato non è magia, ma la conseguenza del fatto che la verifica UNI EN ISO 13788 (metodo di Glaser) non guarda solo l’isolante, ma analizza l’intera stratigrafia della parete, considerando come interagiscono tutti i materiali, le temperature interne ed esterne mese per mese, e i profili di pressione del vapore che si creano realmente all’interno della struttura.
Evidentemente, in questo specifico sistema costruttivo e climatico, l’equilibrio termoigrometrico raggiunto con ISOFOR impedisce che si verifichino le condizioni per la condensazione del vapore all’interno della parete, cosa che invece accade con gli altri due materiali.
Questa analisi oggettiva sottolinea quindi l’importanza cruciale di:
- Non fidarsi ciecamente del solo concetto di “traspirabilità” (basso μ).
- Valutare il comportamento dell’isolante all’interno del sistema-parete specifico tramite simulazioni normate.
- Considerare ISOFOR come una soluzione che, nell’applicazione per insufflaggio analizzata, combina elevate prestazioni isolanti con una comprovata sicurezza contro il rischio di condensa interstiziale.
I fattori veramente decisivi per l’insufflaggio

Questa analisi rafforza l’idea che per prevenire la condensa, specialmente con l’insufflaggio, dobbiamo guardare oltre il semplice μ e considerare:
- Controllo delle infiltrazioni d’aria: Un materiale come ISOFOR, che espandendosi tende a sigillare meglio la cavità, può contribuire a ridurre questo fattore critico. In generale, la tecnica di insufflaggio deve mirare a riempire completamente l’intercapedine.
- Comportamento del sistema: La verifica igrometrica considera l’interazione tra tutti gli strati della parete (mattoni, intonaci, isolante) e le condizioni climatiche.
- Proprietà specifiche del materiale: Oltre al μ, contano la conduttività termica (lambda), la densità, la capacità di non assorbire acqua liquida e il comportamento una volta installato.
- Tecnica di posa: Un insufflaggio eseguito a regola d’arte è fondamentale per garantire il riempimento omogeneo e le prestazioni attese.
La soluzione? Analisi specifiche e materiali performanti
Prevenire la condensa richiede un approccio informato:
- Non fermarsi al μ: Considerare la “traspirabilità” solo come uno dei tanti parametri.
- Valutare il sistema: Utilizzare verifiche igrometriche (come Glaser/UNI 13788) per simulare il comportamento reale della parete con l’isolante scelto.
- Scegliere materiali efficaci: I risultati della nostra analisi indicano che ISOFOR, tramite insufflaggio, offre un’ottima combinazione di alto potere isolante e sicurezza contro la condensa interstiziale, superando altri materiali comuni in questa specifica applicazione.
- Affidarsi a professionisti: La corretta diagnosi, scelta del materiale e tecnica di insufflaggio sono cruciali per il successo dell’intervento.
Conclusione: scegliere con consapevolezza per l’insufflaggio

Il mito dell’isolante “traspirante” come soluzione universale contro la condensa non regge alla prova dei fatti e delle analisi specifiche.
La nostra verifica igrometrica su un caso reale di insufflaggio in intercapedine ha mostrato chiaramente come ISOFOR possa offrire prestazioni superiori sia in termini di isolamento termico che di prevenzione della condensa, rispetto a fibra di cellulosa e lana di vetro, nonostante queste ultime siano nominalmente più “traspiranti”.
Questo sottolinea l’importanza di basare le scelte su dati concreti e analisi del sistema, piuttosto che su concetti semplificati.
L’insufflaggio è una tecnica eccellente, ma la scelta del materiale giusto fa la differenza per una casa davvero confortevole, efficiente e senza problemi di umidità.
Vuoi isolare la tua casa con la tecnica dell’insufflaggio e cerchi la soluzione più sicura ed efficace?
Contatta gli esperti di CoibentareCasa.it per una valutazione specifica e ottenere un preventivo senza impegno.
Chiamaci o inviaci un messaggio WhatsApp al numero 347 7979771: il nostro team è pronto ad ascoltare le tue esigenze e a offrirti consigli su misura.
Preferisci scriverci? Puoi compilare il modulo di contatto direttamente su CoibentareCasa.it, aggiungendo informazioni come il piano dell’appartamento, la metratura e lo spessore delle intercapedini per una risposta dettagliata.
Oppure inviaci un’email all’indirizzo info@coibentarecasa.it.
