Indipendenza energetica: un obiettivo da perseguire concretamente

Cosa si intende per indipendenza energetica

L’indipendenza energetica rappresenta la capacità di edificio di produrre e utilizzare energia senza dover fare necessariamente affidamento in modo esclusivo sulle forniture esterne o sulle reti tradizionali.

In un contesto più specifico, l’indipendenza elettrica sottolinea la capacità di generare e utilizzare elettricità in autonomia, che sia tramite pannelli solari, turbine eoliche o altre fonti rinnovabili.

Perché è fondamentale aspirare ad essa

lampadina che simboleggia indipendenza energetica in casa

Conquistare l’indipendenza energetica significa affrancarsi dalla volatilità delle tariffe, dalle interruzioni di servizio e dalle incertezze legate ai mercati energetici globali, senza dover perdere nulla in termini di uso dell’energia.

Immaginate di vivere in un’abitazione che, grazie a un ottimale efficientamento energetico e alla produzione autonoma, abbia ridotto sensibilmente o eliminato completamente la necessità di acquistare energia dall’esterno.

Si otterrà un’autonomia tale da tradursi in un significativo risparmio economico e in una maggiore resilienza agli shock esterni.

L’indipendenza energetica, d’altro canto, può rappresentare una soluzione a problematiche legate all’accesso all’energia in aree meno servite o in zone dove la rete elettrica è meno affidabile.

Un sistema domestico di pannelli solari, ad esempio, può garantire elettricità anche quando la rete esterna fa difetto.

Una comunità energeticamente indipendente è meno vulnerabile alle problematiche geopolitiche, alle fluttuazioni dei prezzi dell’energia e ai problemi legati al trasporto di risorse energetiche.

Inoltre, promuovere l’indipendenza energetica a livello comunitario spinge verso la decentralizzazione della produzione energetica, riducendo le perdite di trasmissione e favorendo l’uso di fonti rinnovabili locali.

Questo non solo contribuisce a ridurre l’impatto ambientale, ma stimola anche l’economia locale, promuovendo innovazione e creando nuove opportunità lavorative.

La crescente tendenza verso l’indipendenza energetica nel contesto attuale

 

L’indipendenza energetica è diventata una tendenza che si radica in diversi fattori che emergono nel contesto socio-economico attuale.

Uno dei principali motivi riguarda la povertà energetica.

In Italia, dati recenti dell’Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica indicano che ci sono circa 4 milioni di nuclei in difficoltà, che non riescono a garantirsi beni e servizi energetici essenziali come il riscaldamento, il raffrescamento e l’illuminazione.

Particolarmente critica è la situazione nel meridione, dove un numero significativo di famiglie lotta costantemente contro la povertà energetica.

Recenti tensioni geopolitiche a noi tutti note, come la crisi tra Russia e Ucraina, hanno ulteriormente accentuato queste difficoltà, mettendo in luce la vulnerabilità di dipendere da fonti energetiche esterne.

Un altro aspetto da considerare è l’inefficienza energetica delle abitazioni. Il 75% degli edifici europei, secondo la Commissione Europea, risulta energeticamente inefficiente.

Questo significa che una notevole quantità di energia viene sprecata, rendendo le abitazioni responsabili di una porzione significativa del consumo energetico dell’Unione e delle emissioni di gas serra. Di questo abbiamo già a lungo parlato, affrontando la problematica delle dispersioni termiche in casa.

Data questa premessa, perseguire l’indipendenza energetica ed elettrica rappresenta una risposta tangibile a queste problematiche; ideare un sistema energetico sostenibile e resiliente per il proprio futuro è importante, ma come possiamo arrivarci?

Come conseguire un buon livello di indipendenza energetica?

logo che simboleggia indipendenza energetica

Il primo passo riguarda la riduzione dei consumi energetici in casa.

L’architettura moderna ha fatto grandi passi in questa direzione, con progetti e tecniche edilizie volte a migliorare l’isolamento termico e la termoregolazione degli edifici.

Gli edifici “NZEB“, ovvero “Nearly Zero Energy Building“, sono un esempio concreto in tal senso.

Queste strutture, caratterizzate da prestazioni energetiche eccezionali, sfruttano al massimo la luce naturale e minimizzano le dispersioni termiche, riducendo così il fabbisogno energetico.

Per avanzare verso l’indipendenza energetica, è fondamentale anche sfruttare fonti d’energia pulite e rinnovabili.

Installare pannelli solari, turbine eoliche o altri sistemi di produzione di energia sul posto consente di coprire una quota sempre maggiore del fabbisogno energetico senza dover dipendere dalla rete.

Anche tecnologia può svolgere un ruolo fondamentale nell’ottimizzazione dei consumi.

Sistemi di domotica avanzati possono regolare il riscaldamento, la climatizzazione e l’illuminazione in base alle esigenze reali, evitando sprechi.

Ma ancor più importante, è essenziale educare e sensibilizzare le persone sull’importanza dell’indipendenza energetica. Una corretta informazione in materia, può spingere ad adottare comportamenti più sostenibili e a fare scelte più informate sull’uso dell’energia in casa.

Indipendenza energetica: distinzione tra edifici NZEB e case passive

In un precedente approfondimento abbiamo parlato di case passive, e qualcuno di voi potrebbe erroneamente pensare che coincidono con gli edifici NZEB.

Per quanto entrambe rappresentino un ottimo modo di conseguire una reale indipendenza energetica, ci sono alcuni aspetti che le differenziano.

Originati dalla necessità di orientarsi verso una maggiore sostenibilità, gli edifici NZEB sono promossi dalla Direttiva Europea 2010, che mirava a ridurre del 20% la dipendenza dalle fonti energetiche fossili entro il 2020.

Questi edifici sono progettati per avere un fabbisogno energetico estremamente ridotto, principalmente coperto da fonti rinnovabili, come il solare o l’eolico. La flessibilità della direttiva consente a ciascuno stato membro di interpretarla e di stabilire parametri nazionali.

L’accento, in questo contesto, è posto sulla promozione delle energie rinnovabili, sia integrate nell’edificio sia fornite da impianti vicini.

A differenza degli edifici NZEB, il concetto di casa passiva ha radici profonde, risalenti agli anni ’80.

Queste abitazioni sono progettate per garantire un minimo dispendio energetico, coprendo bisogni come riscaldamento, illuminazione e acqua. Per essere etichettata come “casa passiva”, un’abitazione deve rispettare specifici parametri per tutto il suo ciclo di vita.

Cruciale è l’approccio progettuale, che prevede l’utilizzo di materiali specifici e un’attenzione particolare all’isolamento termico, evitando ponti termici.

Mentre gli edifici NZEB nascono da una direttiva e accentuano l’uso di fonti rinnovabili, le case passive si concentrano sul benessere e il comfort abitativo, mettendo in luce un equilibrio tra efficienza energetica e qualità della vita.

Entrambe, tuttavia, rappresentano passi avanti significativi verso un futuro in cui l’indipendenza energetica ed elettrica diventerà la norma.

Raggiungere un’ottimale efficienza energetica ed essere indipendenti

efficientamento energetico logo con persona che indica

Raggiungere l’indipendenza energetica è un obiettivo ambizioso che comporta un uso sapiente e innovativo delle risorse a nostra disposizione.

Gli edifici moderni, infatti, possono ottenere questo risultato combinando strategie passive e attive.

Le soluzioni passive si focalizzano su elementi come la massimizzazione dell’apporto di luce solare, un accurato isolamento termico e una gestione intelligente della ventilazione.

Queste misure garantiscono un ambiente interno confortevole, riducendo la necessità di fonti energetiche esterne per il riscaldamento e la climatizzazione.

Tuttavia, per coprire il fabbisogno energetico totale, è fondamentale integrare queste strategie con tecnologie attive. Queste includono l’impiego di energie rinnovabili, come pannelli solari e turbine eoliche, e l’utilizzo di sistemi di accumulo energetico che garantiscano un approvvigionamento costante.

Ma cosa fare per le abitazioni “tradizionali”, quelle che ancora non hanno abbracciato totalmente queste innovazioni? Anche in questi contesti esistono opportunità per avanzare verso l’indipendenza energetica.

Il ruolo del corretto isolamento termico, per conseguire l’indipendenza energetica

In questo tipo di appartamenti è necessario puntare con forza sul miglioramento dell’efficientamento energetico, e l’ottimale isolamento termico è senza dubbio la strada maestra da seguire.

Una buona coibentazione termica riduce il dispendio energetico quotidiano, rendendo più agevole la transizione verso una maggior autonomia energetica.

Un edificio adeguatamente isolato è come una corazza che ci protegge dall’escursione termica esterna, permettendo di mantenere un clima interno confortevole con un minimo dispendio energetico.

Durante i mesi freddi, una valida coibentazione consente di conservare il calore prodotto all’interno, evitando dispersioni inutili e quindi riducendo la necessità di riscaldare costantemente gli ambienti.

Al contrario, nei periodi caldi, l’isolamento termico impedisce l’intrusione di calore esterno, agevolando la manutenzione di una temperatura interna fresca e riducendo la necessità di climatizzazione.

Uno degli approcci più efficaci per garantire un isolamento adeguato è la tecnica dell’insufflaggio termico.

isolamento termico con insufflaggio
Insufflaggio termico eseguito su parete esterna

Questa soluzione, che comporta il riempimento del vuoto presente in elementi come le intercapedini, è applicabile sia in edifici esistenti che in nuove costruzioni.

Esso contribuisce al raggiungimento di elevate classi energetiche, avvicinandoci sempre più al concetto di edificio a consumo energetico minimo.

L’isolamento termico non è solo una misura di efficienza, ma un passo essenziale verso l’indipendenza energetica.

Se accompagnato da un’analisi approfondita delle esigenze specifiche dell’edificio e da una strategia complessiva mirata all’autosufficienza, può rappresentare la chiave per una nuova era di sostenibilità ed efficienza.

Conclusioni

Come abbiamo visto, avvicinarsi a una buona indipendenza energetica è possibile, perseguendo (tra le altre cose) un isolamento termico di alta qualità.

Premesso che ogni edificio ha le sue specifiche e problematiche, in alcuni casi potrebbe essere necessario intervenire sulle pareti interne, specie in quelle che presentano delle intercapedini vuote (il cui vuoto può generare importanti moti convettivi d’aria, con annessi fenomeni di dispersione termica e spreco energetico).

In questi casi, affidarsi a professionisti del settore è essenziale per ottenere risultati ottimali, in termine di coibentazione.

Noi ci poniamo come partner ideale nel percorso verso la tua indipendenza energetica ed elettrica.

Con la nostra esperienza e competenza, potrai trasformare la tua abitazione in un vero baluardo contro le dispersioni termiche, riducendo i consumi e dando una mano all’ambiente.

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Federico Calvanelli
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